Se vai di fretta, possiamo dirti che siamo in grado di aiutarti a comunicare meglio: che si tratti di una newsletter o una scheda prodotto, un annuncio AdWords o una presentazione (e l’elenco potrebbe continuare, quello esteso lo trovi più sotto), è il nostro pane quotidiano: lo facciamo da tanti anni con metodo e risultato.
Se ti interessa un consulto gratuito su come stai comunicando in questo momento, vai in fondo a questa pagina!Ora, per chi ha un po’ più di tempo... Caspita, fa così tanta differenza quello che si scrive ed il modo in cui lo si fa?
In una riga possiamo dirti “assolutamente sì!” e se hai qualche minuto, ti spieghiamo anche il perchè ;)
In inglese si dice “web copywriting”, poi in italiano molti lo traducono come “scrivere per il web”, anche se ci sarebbe da fare i puntigliosi: non si scrive per il web, si scrive per chi legge, sapendo che lo farà attraverso… il web? Hmm, parliamone.
Guardiamoci attorno, magari in metropolitana o alla fermata dell’autobus: tutti lì chini sul proprio cellulare - che nel giro di pochissimi anni è diventato uno smartphone - a leggere, chattare, giocare.
Poi magari, una volta a casa, si passa dallo smartphone al tablet sdraiati sul divano, con la televisione accesa: si salta di palo in frasca, da una news dell’ultima ora alla biografia di un attore appena visto in TV; in mezzo magari ci scappa un rapido acquisto su Amazon.
Funziona così: sempre più di corsa e sempre più distratti, i “lettori” di oggi vengono sommersi da tanti troppi stimoli. Ne sai qualcosa, vero?
Non è che si legga meno, anzi! Il numero di parole lette nel corso di una giornata da un giovane adulto probabilmente supera quello che un suo coetaneo di 100 anni fa leggeva in un mese, solo che il suo leggere rispetto a prima è enormemente “frammentato”.
Come possiamo “dialogare”
con un lettore così?
Se lo agevoliamo, siamo a metà dell’opera (e anche qualcosina in più). Tradotto?
Il resto lo facciamo con la sostanza: dopo il come anche il cosa, ma non da meno il chi ed il quando.
Ecco,gli esempi ed i dettagliin cui potremmo addentrarci sono tanti(e se ne hai voglia, lo facciamo volentieri!),ma stiamo già scrivendo troppoe questo non va bene,giusto?
In realtà la risposta è “non sempre”: se quello che scriviamo interessa all’interlocutore, limitarci per timore di annoiare potrebbe non essere la strategia migliore ed anzi, rischiamo di spingerlo a cercare quello che non gli diciamo altrove.
Regole assolute non ce ne sono ma, per non sbagliare, soprattutto in ambito aziendale, ci può aiutare memorizzare quella che abbiamo chiamato la “scaletta
delle 4C della
comunicazione”.
Una buona comunicazione deve essere:
Non è una regola scientifica: si tratta solo di un piccolo trucco mnemonico che può aiutarci nel nostro scrivere e comunicare.
Ora, se ti va di continuare a leggere, scendiamo nel dettaglio:
come può un’agenzia aiutare un’azienda a comunicare meglio?
Per rispondere, riprendiamo l’elenco iniziale, questa volta per esteso. Pensiamo alla vita di un’azienda e alle occasioni che ha per comunicare, con i tanti interlocutori con cui entra in contatto:
Il sito aziendale, ad esempio, è un’occasione fondamentale per presentarsi ai clienti e far scoprire i propri prodotti e servizi, raccontare la vita aziendale, i traguardi raggiunti e molto altro.
Provando ad elencare alcune situazioni “tipiche”, troviamo:
Il sito aziendale però non è l’unico punto di contatto e, anzi, spesso è una destinazione a cui si arriva a partire da una pubblicità, una comunicazione via email o un’altra risorsa online e non, portandoci così ad espandere l’elenco:
Senza pretesa di aver esaurito l’elenco di situazioni in cui un’azienda deve stare attenta a comunicare bene, riportiamo l’attenzione sui ruoli che un’agenzia - come la nostra - può avere in tutto questo.
Ad esempio, può aiutare a:
Se sembrano tante cose è perché lo sono, ma affrontandole con il giusto metodo si possono ottenere risultati importanti con investimenti compatibili con le dimensioni dell’impresa.
Che ne valga lo sforzo, lo testimoniano i grandi brand: che servano grandi budget, è smentito dall’esperienza di tante piccole imprese che impiegando al meglio le risorse della rete, crescono pur mantenendo le spese contenute.
Un testo commerciale ben strutturato si chiude con una “chiamata all’azione” (in inglese “call to action”) e noi ti chiediamo di porci una domanda: come comunica la mia impresa?
Se ti incuriosisce l’idea di scoprire cosa ne pensiamo, noi siamo curiosi di scoprirlo insieme a te: magari non lavoreremo insieme, ma saremo ugualmente contenti di averti dato un nostro piccolo contributo (senza chiederti nulla in cambio, meglio specificare ;) )